"... una responsabilità di chi fa fotografia"
Questa frase, l'ultima della breve intervista al fotografo Stefano Pia, è il fulcro di un approccio alla fotografia che a noi interessa. Dobbiamo essere responsabili.
Non nego però di essere rimasto colpito anche da un altro aspetto accennato da Stefano: i luoghi abituali. Io che mi picco di essere un fotografo paesaggista (ormai l'ho scritto), o meglio: una persona che tenta di rapportarsi alle sue idee in merito al paesaggio attraverso la fotografia... Dicevo: io che amo fotografare il paesaggio, più volte mi sono trovato di fronte ad una grossa difficoltà: la quasi impossibilità di fotografare il mio paesaggio, quello abituale, quello che vivo quotidianamente.
Stefano invece non solo ci riesce, ma lo fa benissimo. Il suo paesaggio (stiamo parlando del piccolo paese di Mògoro, in provincia di Oristano) non è il tipico paesaggio sardo per il turista, e nemmeno quello pittoresco degli eventi storico-folkloristici molto noti come i carnevali.
Il paesaggio che Stefano ritrae è composto da persone normali, architetture normali, momenti di vita normali, gesti normali. Non ha paura di dire apertamente che ama i grandi fotografi (Mario Giacomelli e Henry Cartier Bresson, giusto per le citarne due), non ha paura di alternare vicinanza e distacco, ironia e severità.
E poi Stefano cura e organizza Bifoto - Festival della Fotografia in Sardegna. Quest'anno si terrà la settima edizione, dal 17 giugno al 2 luglio. Ovviamente a Mògoro, dato che, come si legge sul profilo di facebook, "... siamo in Sardegna e vogliamo raccontare il Mondo."