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Il ritratto dell'Umanità

Aggiornamento: 15 mar 2021


Sin dai tempi di Bresson, la ritrattistica è stata ed è molto comune tra i fotografi, seppur con scopi diversi. Ad esempio, per la documentazione di popolazioni nel mondo, oppure per i ritratti ad artisti, politici e personaggi pubblici per le riviste di moda o di attualità...


Philippe Halsman (1906- 1979) è stato uno dei ritrattisti più famosi del’900.

Fotografo dalla personalità fuori dal comune ha interpretato il ritratto in maniera superlativa.

I suoi ritratti sono originali e al tempo stesso enigmatici ed il suo ineguagliabile stile lo si può riconoscere anche nella serie di ritratti eseguiti a varie celebrità mentre saltano.

I suoi soggetti sono naturalmente spontanei, ridono e sono divertiti dagli scatti in movimento.

Ma qual’è lo scopo del fotografo?

Halsman vuole togliere dal volto di queste persone quell’espressione abitudinaria che i media e la stampa ricercano, restituendo così spontaneità, gioia e sopratutto, estraendo da quelle celebrità il loro “personaggio”, è dalle loro espressioni che si legge l’umanità.


Annie Leibovitz è una fotografa che sin dai suoi primi esordi ha sempre lavorato a stretto contatto con artisti sviluppando un profondo attaccamento agli attimi di intimità che si creano tra le persone la sua visione del mondo cambia. Da qui, la sua fotografia diventa il mezzo con cui racconta oggi tipo di storia.

Famoso è il ritratto di John Lennon e Yoko Ono sdraiati, dove lui, nudo e rannicchiato, abbraccia la sua amante calorosamente.

E’ proprio per questo forte legame che la fotografa crea con i suoi soggetti che i suoi ritratti sono spontanei ed emotivamente coinvolgenti.

Grazie alla sua abilità di legare così intensamente, la Leibovitz riesce sempre a far emergere la personalità di ogni soggetto ritratto.


Totalmente diversa è la visione e la concezione di ritratto che ha il fotografo tedesco Thomas Ruff.

Lui stesso afferma: “Io non credo nella fotografia di ritratto psicologizzante che fanno i miei colleghi, cercando di catturare il personaggio con un sacco di luci e ombre (...) Posso mostrare solo la superficie. Qualunque cosa vada oltre è quasi un azzardo.” La metodologia con cui lavora Ruff è ben diversa dai precedenti fototgrafi: i suoi ritratti sembrano fototessere, ed i soggetti, se accostati tra loro, potrebbero sembrare la stessa persona.

(…)Riprendo immagini di persone allo stesso modo di un busto di gesso(…)” con questo Ruff ci dimostra che il suo scopo non è quello di dare un’interpretazione del soggetto. Non c’è emozione, non c’è empatia, non c’è coinvolgimento ma bensì c’è il totale annientamento di contatto tra colui che osserva e il soggetto.


Nella enciclopedica storia della fotografia vi sono una moltitudine di ritrattisti che hanno scattato e scattano con modi, tecniche e stili totalmente diversi tra loro ed è proprio per quest’ultimo aspetto che rende il mondo della fotografia così versatile, variopinto ed interessante.

1) Marilyn Monroe, 1959, ©Philippe Halsman.

2) Dalì Atomicus, 1948, ©Philippe Halsman.

3) John Lennon and Yoko Ono, 1980, ©Annie Leibovitz.

4) Whoopi Goldberg, 1984, ©Annie Leibovitz.

5) Porträt (P. Lappat), 1987, ©Thomas Ruff.

6) Porträt (P Stadtbäumer), 1988. ©Thomas Ruff.





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