"Cerco solo di prepararmi per il momento inaspettato e di non rovinare tutto se questo accade davvero!
La mia missione, credo, è studiare lo sport, il movimento, gli atleti e ottenere immagini che gli spettatori mai potrebbero vedere stando semplicemente seduti lì"
David Burnett ha seguito tutte le Olimpiadi dal 1984 ad oggi con una prospettiva insolita, ha un talento per catturare punti di vista alternativi dell'azione, spesso utilizzando attrezzature non convenzionali come una Holga o fotocamere Speed Graphic degli anni '40.
Le sue immagini sono prese dal punto di vista del pubblico, come se fosse solo un altro spettatore che si gode la competizione.
"Ho il lusso di non essere mai stato il fotografo su cui si faceva affidamento per ottenere la fotografia da copertina"
David Burnett, classe 1946 ha sulle spalle una carriera davvero incredibile!...
Nel 1968 inizia a lavorare come fotografo freelance per Time e Life, prima negli Stati Uniti ed in seguito in Vietnam dove è stato l'ultimo fotoreporter per la rivista Life.
Fotografa per il Time con un reportage unico, "l'attesa del popolo americano" alla partenza di Apollo 11 sulla luna, 1969.
Nel 1973 si trovava in Cile durante il colpo di stato dei militari di Pinochet che destituì Salvador Allende. Fotografa la rivoluzione iraniana nel 1979.
Su incarico per la rivista Time nel 1976, ha fotografato Bob Marley nella sua casa di Tuff Gong a Kingston, in Giamaica, e poi all'inizio del tour Exodus, (nel 2009 Burnett ha pubblicato una raccolta di scatti inediti del cantante intitolata Soul Rebel. )
Nel 1989 era in Germania per documentare la caduta del muro di Berlino, poi in Eritrea durante l’infinita guerra di liberazione del paese dall’annessione forzata all’Etiopia.
Ha anche immortalato leader mondiali e numerosi candidati alla Presidenza degli Stati Uniti, oltre che tutti i Presidenti americani da Kennedy a Obama.
Le sue immagini sportive sono un punto di vista, una firma autoriale di un grande fotoreporter... che a noi, per il proprio carattere e per il punto di vista non convenzionale suscita una lettura incredibilmente minuziosa nella complessa azione fotografica!
"Ho incluso il lavoro 4×5 nel mio repertorio dal 2004, quando ho iniziato a girare le campagne politiche per il Presidente. Dopo 35 anni di politica, lo "sguardo" che stavo ottenendo con la grande macchina fotografica era ciò che mi attraeva. All'inizio del digitale, giravamo tutti più o meno con lo stesso corpo macchina, la stessa coppia di obiettivi zoom e la possibilità di ottenere un "look" diverso era qualcosa che valeva il lavoro extra.
Con una Speed Graphic è una prova di coraggio in sé e per sé,
la concentrazione è sempre al massimo altrimenti diventa un grande problema.
Caricare il film in modo tempestivo... è la sfida finale!"
© David Burnett/Anastasia Photo/Contact Press Images.
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